Trattato dei tre impostori. Mosè, Gesù, Maometto by Baruch Spinoza

Trattato dei tre impostori. Mosè, Gesù, Maometto by Baruch Spinoza

autore:Baruch Spinoza [Spinoza, Baruch]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788899271008
editore: Piano B
pubblicato: 2015-02-11T23:00:00+00:00


CAPITOLO XIII - SULLA DIVERSITÀ DELLE RELIGIONI

I. È spaventosa la grande varietà di religioni che vi è stata e vi è nel mondo. E ancora di più spa­venta la stranezza, così bizzarra ed eccessiva, di alcune di esse: può forse meravigliare che l’intelletto umano abbia potuto essere così istupidito e inebriato dalle imposture? Giacché, a quanto pare, non vi è nulla nel mondo alto e in quello basso che non sia stato deificato e che non abbia trovato il modo di essere adorato.

II. Tutte le religioni concordano su molte cose: hanno qua­si gli stessi princìpi e gli stessi fondamenti, si trovano d’accor­do sulla tesi di base, seguono la stessa evoluzione e cammina­no con lo stesso passo. Per di più sono nate tutte nel me­desimo clima; tutte trovano e forniscono miracoli, prodigi, oracoli, misteri sacri, finti profeti, feste, articoli di fede necessari alla salvezza; tutte hanno un’origine e un inizio insignificante, debole e umile; ma piano piano, grazie al seguito e all’acclamazione contagiosa dei popoli, con finzio­ni impiegate ad arte, hanno preso piede e hanno trovato legit­timazione, al punto che tutte, persino le più assurde, sono considerate e seguite con consenso e devozione. Tutte sosten­gono che Dio si placa, si piega e si conquista con preghiere, doni, voti, promesse, feste e incenso. Tutte affer­mano che il servizio principale e più gradito che si possa ren­dere a Dio, e il più potente mezzo per placarlo ed entrare in relazione con la sua buona grazia, consiste nel farsi del male, ferirsi, infliggersi molti compiti pesanti, difficili e dolorosi: lo provano ovunque nel mondo e in tutte le religioni il gran numero di ordini, di compagnie, di confraternite destinate ai più vari esercizi assai penosi e di ardua esecuzione, che arriva­no fino a straziare e a tagliuzzare i loro corpi, pensando in tal modo di meritare molto di più della gente comune che non è immersa come loro in simili afflizioni e tormenti. Tutti i giorni se ne procurano di nuovi, e mai la natura umana smetterà d’in­ventare mezzi per soffrire e tormentarsi, e mai se ne vedrà la fi­ne.

Ciò deriva dall’opinione che Dio si diverte e si compiace dei supplizi e della sconfitta delle sue creature. Questa convinzio­ne è alla base dei sacrifici che sono stati universalmente prati­cati nel mondo prima della nascita del Cristianesimo, non sol­tanto sulle bestie innocenti, che venivano massacrate come prezioso dono alla divinità, ma (stra­nezza della follia umana) sui bambini, piccoli esseri innocenti, e sugli uomini adulti, che si trattasse di criminali o di gente perbene. Usanza, questa, che veniva praticata con grande de­vozione da tutti i popoli. Come i Geti, che fra le altre cerimonie e i vari sacrifici, usavano spedire verso il loro Dio Zamolxis, ogni cinque anni, uno dei loro uomini al fine di richiedere le co­se necessarie.

E poiché doveva essere uno che morisse all’istan­te (veniva lanciato sulle punte di tre verrette dritte), accadeva che ne lanciassero più d’uno di rango elevato. E questo fino a che uno di loro non si infilzasse in un



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